Biodinamici?

La biodinamica ha avuto un grandi meriti nella viticoltura dei nostri giorni:

Ha spostato l’attenzione alla vigna, al terreno, alla coltivazione, al contadino, quando dai rampanti anni ’90 il vino era fatto in cantina più che in vigna…

Ha riportato (nel nostro modo di applicarla) una nuova consapevolezza: la cura del terreno, della vigna e il rispetto della natura e della biodiversità fanno bene al vino, fanno bene alla vigna, fanno bene al paesaggio, fanno bene a chi la pratica, riportando al centro dell’attenzione la Natura, come protagonista e non le ricette, le formule, le alchimie.

Ha lavorato creando di fatto un “brand” che ha attirato attenzione, avvicinando al mondo naturale persone che altrimenti non si sarebbero mai interessato della metodologia di coltivazione, ma sarebbe rimasta concentrata sul vino. Spesso alle manifestazioni cui partecipo il nome “biodinamico” mi permette di aprire lo sguardo al vino, alla vigna, al terreno….

Rimane sempre però chiaro in me l’obiettivo di mettere al centro il “vino”, che poi, volenti o nolenti è il frutto del lavoro dell’azienda Driadi, frutto di passione sudore, ma il prodotto tangibile per cui essere misurati con il più impietoso dei giudici: il mercato.

Nella ricerca quindi del nostro vino l’attenzione sarà sempre nel garantire un processo di vinificazione rispettoso, minimale, semplice e discreto per esaltare le qualità della nostra uva, del nostro vigneto, del nostro territorio.

Vino naturale? Per me sarà il vino naturale per eccellenza.

Vino biologico? Sicuramente si, ma per definirlo tale ci penserà chi i regolamenti europei del bio ha deciso debba farlo.

Vino biodinamico? Il rispetto e la cura del vigneto sono in piena coerenza con l’approccio steineriano (impropriamente definito biodinamico). Lo abbiamo fatto nella cura del terreno, nella cura della vigna. Lo abbiamo fatto anche con la scelta dei materiali utilizzati per la cantina, o con le imprese che vi hanno lavorato, tutte del posto, così come chi ci dà una mano, dove troviamo sempre appartenenti al tessuto sociale dei nostri territori, quanto basta per noi per definirci e definire il nostro vino steinerano o se si preferisce biodinamico, anche senza le foto dei cavalli in vigna.

Cosa altro?

Un Brindisi!!!

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